Occhiali in legno e alluminio, 10 designer per W-Eye

W-Eve Ten-Italian design/pagina Facebook
Dieci anni di attività sono un momento importante nella storia di un marchio. Ma lo sono molto di più per un brand come W-Eye, che ha inventato una nuova categoria di prodotto: l’occhiale di legno e alluminio senza cerniere. Non è infatti scontato che il mercato capisca il valore di una proposta radicalmente nuova, soprattutto quando a proporla non è una multinazionale ma una piccola impresa familiare. Invece, grazie al binomio innovazione + design, è successo. W-Eye Ten-Italian design collection è dunque una celebrazione di una scommessa imprenditoriale riuscita: quella di Doriano Mattellone e dei suoi figli e di Matteo Ragni, art director fin dalle sue origini.
La creazione di Joe Velluto
Ma W-Eye Ten-Italian design collection è anche un gesto culturale e sperimentale, simbolo di un modo di progettare in cui l’innovazione nasce da un mix di saper fare, intuizioni e connessioni tra persone provenienti da mondi diversi. Un’innovazione guidata dal “fattore umano”. Quello espresso dall’art direction di Matteo Ragni, che crede nella coralità più che negli assoli. Quello dei dieci designer coinvolti - Antonio De Marco, Odoardo Fioravanti, Diego Grandi, Giulio Iacchetti, Joe Velluto, Chiara Moreschi, Luca Nichetto, Lorenzo Palmeri, Matteo Ragni, Elena Salmistraro - che si sono messi in gioco per il solo piacere di lavorare con un brand che ha saputo osare. E ovviamente quello di Mattellone e figli, che difendono l’artigianato italiano senza nostalgia, guardando al futuro con creatività. C’è un “fattore umano” poi anche negli occhiali che i designer hanno progettato, usando la “mascherina” stampata come base per raccontarsi e raccontare storie. In particolare, l’occhiale Match di Joe Velluto "nasce principalmente da due riflessioni. La prima è che tutti gli occhiali W-Eye sono l’unione (quindi un match) tra due materiali: legno e alluminio. La seconda riflessione è rivolta all’utilizzo del legno come materiale naturale e quindi facilmente soggetto all’effetto dei quattro elementi. Di conseguenza è venuto spontaneo mettere in relazione il legno con il fuoco, generando una stanghetta/match (in questo caso la parola è utilizzata nel suo altro significato di fiammifero). Questo particolare lo si nota soprattutto quando non si indossa l’occhiale, ma anzi nel momento in cui si toglie".

Il design di Elena Salmistraro
Elena Salmistraro: "Per progettare questi occhiali ho seguito una metodologia progettuale primitiva ma molto intima: sono partita direttamente da una mia foto, utilizzando il mio volto come metro di misura. Nel gioco del disegno, ho iniziato a isolare forme e movimenti che ritenevo interessanti e quest’ultimi sono stati l’anima del mio progetto. L’osservazione di questo movimento quasi circolare, che ha un punto di partenza più spesso ed energico ed un punto finale più lieve e delicato, e che raramente arriva a conclusione chiudendosi su sé stesso, è stato l’inizio, il motore. Ho puntato su essenze e tonalità naturali e brillanti, che ne esaltassero la vestibilità e non li rendessero stucchevoli o eccessivi. Esse sono affiancate in modo netto, creando un sopra e un sotto, proprio come la stessa idea iniziale della pennellata, con un inizio ed una fine, ma allo stesso tempo generatrici di un evidente contrasto con la fluidità dichiarata della struttura. Una sorta di ricercata distorsione per sorprendere ed attrarre".


Photo Credit: Max Rommel