"Storie di Moda. Campari e lo stile". Galleria Campari


Galleria Campari (Sesto San Giovanni) presenta la mostra Storie di Moda. Campari e lo stile. Il nuovo progetto espositivo, aperto al pubblico da venerdì 5 ottobre 2018 a sabato 9 marzo 2019, è dedicato all’esplorazione di una delle anime che compongono l’universo Campari: la profonda relazione tra il marchio e il mondo della moda, intesa come arte e come costume. Dal progetto espositivo emerge la capacità del brand di raccontarsi e di raccontare la propria contemporaneità in oltre 150 anni di storia con un approccio sofisticato, coerente nei decenni e, insieme, al passo con i tempi.
Roberto Capucci Abito Fluorite 1995 (Foto Fiorenzo Niccoli)
Il potere evocativo e suggestivo dell’immagine è del resto sempre stato il principale mezzo di comunicazione di Campari. Una scelta che, attraverso le grafiche, la cartellonistica, gli spot, ha fatto del marchio un unicum. Davide Campari ebbe il merito di essere tra i primi industriali italiani ad accorgersi delle potenzialità della pubblicità, avviando una filosofia basata su importanti sinergie con i più grandi artisti e designer del suo tempo. La curatrice Renata Molho struttura un percorso in cui i concetti di “stile” e “stili”, di cui la comunicazione Campari si è fatta testimone, sono declinati attraverso bozzetti pubblicitari, fotografie, grafiche, abiti, riviste e accessori. Divisa in quattro sezioni tematiche - Elegance; Shape and Soul; Futurismi e Lettering - la mostra mette in dialogo opere provenienti dall’archivio di Galleria Campari con prestiti da case di moda, musei e fondazioni. Tra rimandi estetici e di significato, accostamenti formali e cromatici, la mostra propone, tra le altre, opere originali pensate e realizzate per Campari da Fortunato Depero, Bruno Munari, Marcello Dudovich, Franz Marangolo, accostate e integrate alle creazioni e ai bozzetti dalla Fondazione Gianfranco Ferré e agli abiti scultura dalla Fondazione Roberto Capucci. 



L’allestimento presenta, attraverso cortocircuiti cronologici, accessori degli anni Trenta del Museo Salvatore Ferragamo, manifesti della Belle Époque, bozzetti e abiti di Giorgio Armani, lavori pubblicitari Campari in pieno stile Sixties, contemporanee copertine di riviste rielaborate dal tocco pop dalla designer Ana Strumpf, sperimentazioni fotografiche di Giovanni Gastel, un abito e accessori della linea “Balmoda” di Laura Biagiotti, omaggio al maestro futurista Giacomo Balla; e ancora, la moda di Raffaella Curiel, che nel 1986 è stata ispirata ai disegni di Fortunato Depero per Campari, e capi in prestito da A.N.G.E.L.O. Vintage Archive. Renata Molho, nata in Africa, vive a Milano. Giornalista e saggista. Critica del costume e della moda per il quotidiano Il Sole 24 Ore dal 1991 al 2012. È stata caporedattore deL’Uomo Vogue ed editor at large de L’Uomo Vogue, Vogue Italia e Casa Vogue. Docente di giornalismo di moda, è autrice, tra l'altro, della prima e unica biografia di Giorgio Armani, Essere Armani (2006 e 2015, Baldini & Castoldi, tradotta in dieci lingue), e delle monografie 21 - Costume National (2007, Assouline) ed Etro (2014, Rizzoli). 

Foto piccola: Franz Marangolo Bitter Campari Anni 60 (Galleria Campari)