Repubblica Dominicana capitale del gusto dei Caraibi

Ristorante in spiaggia (Photo by Dominican Republic Ministry of Tourism)

La Repubblica Dominicana è stata appena nominata capitale della cultura gastronomica dei Caraibi dall’Accademia ispanoamericana della Gastronomia e dall’Accademia Reale spagnola. La cucina locale è un mix di sapori che affonda le radici nel patrimonio di differenti culture: quella dei Tainos, della tradizione spagnola e africana ed è proprio da questo melting pot che discendono segreti, ricette e sapori della cucina isolana di oggi.  
Queste influenze hanno costituito un patrimonio che acquisisce sempre più un carattere proprio e giorno dopo giorno si arricchisce di nuove influenze, inclusa la cucina asiatica e compresi alcuni tocchi di cucina sperimentale e fusion. Ora arriva il riconoscimento del primato gastronomico nella Regione e proprio in virtù di questo raggiunto traguardo verranno organizzati numerosi eventi dedicati al mondo gourmet durante tutto il corso del 2017. La recente nomina è molto importante sia per lo sviluppo del turismo dominicano sia per la crescita economica nell’isola (sempre più alla ricerca di una stabilità politica e sociale) ma anche per far scoprire ai turisti la deliziosa cucina creola. Vince la storia di ricette antiche ma anche quella delle moderne contaminazioni. Acqua e terra forniscono tutto quello che serve. E poi ci sono gli indirizzi da non perdere.
La città di Santo Domingo, in particolare, è già ricca di indirizzi gourmet di alto profilo. Degno di nota è il ristorante Travesías a cura della giovane Chef Tita, un viaggio tra i sapori e aromi ispirati ad antiche ricette che utilizzano solo prodotti locali sapientemente elaborati. Tra i piatti da non perdere: “Risotto de Chivo Endulzao”, “Chillo Boca Chica” (pesce accompagnato da banane fritte e avocado), “Salpicón de Pez León”, “Quipes de chivo”, “Chenchén con Cordero Estofado”, “Sancocho de la Costa” (a base di zucca), “Caldo Bayahibe”, “Centollo paraíso de Montecristi” (granchio gratinato con crema di latte, servito con yucca e avocado), “Dorado del Cayo” (pesce in salsa di cocco di Samaná). 
Il Buche Perico, primo "ristorante serra" dei Caraibi, invece, presenta una cucina contemporanea dominicana con ingredienti del territorio e utilizzando tecniche sofisticate e creative. La chef è Paulette Tejada, una giovane dominicana con esperienza nelle cucine di AKELARE a Madrid (2 stelle Michelin) e al Public di New York (1 stella Michelin).
In altre zone del Paese, per esempio a Santiago de los Caballeros. nel cuore dell’isola, di grande interesse è il Barttola Brasserie che ha appena accolto uno chef stellato di origine spagnola Javier Cabrera, 1 stella Michelin e 1 Sol Repsol.

(Photo by Ministry of Tourism Dominican Republic)
Questo indirizzo di alta cucina è molto attento alla mise en place in un contesto architettonico di livello ma dall’atmosfera piacevole. 
Cabrera è il primo chef stellato ad essersi trasferito in modo permanente nell’isola e a prendere la guida di un ristorante. Un altro segnale di un evoluzione in corso in tutto il settore dell'ospitalità. Se poi si è alla ricerca di relax e divertimento la penisola di Samanà è il luogo ideale dove cercare le bellezze di una natura ancora inesplorata. Tra i luoghi più romantici da non perdere si spalancano allo splendore della vista l’incontaminata Playa Rincón, con i suoi oltre quattro chilometri di insenatura di sabbia bianca e acque turchesi, e il Parco Naturale de Los Haitises, raggiungibile in barca passando per una foresta di mangrovie per poi fermarsi in una delle tante baie deserte. Molto suggestivo ed emozionante è lo straordinario spettacolo delle balene con la gobba che raggiungono la penisola per riprodursi fino a metà marzo. Una cena nella vivace cittadina di Las Terrenas, con i suoi chiringuito e i tanti ristoranti sulla spiaggia, non si fa attendere. Per raggiungere il Paese con la formula fly and drive si vola con le compagnie di linea Iberia e Air France sulla capitale Santo Domingo. Per prenotare escursioni, transfer e hotel si può contattare il tour operator locale Colonial Tour (www.colonialtours.com.do) che si avvale di guide anche in italiano. 
                                    
                                                                                          a cura di Daniele Vaninetti