Liberazione/Liberazioni. Riflessioni e film a Roma

Torna a Roma, dal 4 al 6 novembre 2025, "Il progetto e le forme di un cinema politico", la rassegna ideata e curata dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) in collaborazione con la Fondazione Gramsci, giunta quest’anno alla sua nona edizione. Pensata come un laboratorio aperto di pensiero critico e confronto interdisciplinare, l’iniziativa si articola in una giornata di studio e in una rassegna cinematografica che si pongono l’obiettivo di esplorare il cinema non solo come prodotto artistico o documento del reale, ma anche come strumento attivo di riflessione politica. Il progetto propone una definizione più ampia e profonda di cinema politico: un linguaggio capace di agire sulla percezione del mondo, interrogando la memoria, la storia, i conflitti e le trasformazioni in corso attraverso il potere delle immagini.
Il titolo scelto quest'anno - Liberazione/Liberazioni - risuona con particolare forza perché la rassegna si colloca nel quadro dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, ricorrenza che, ben oltre la celebrazione rituale, invita a un rinnovato esercizio di pensiero critico e consapevolezza storica. L'anniversario del 1945 cade, infatti, in un momento cruciale della storia italiana ed europea, in cui le democrazie sembrano sottoposte a una crescente pressione. Il cuore della rassegna e della riflessione critica è, dunque, non solo il momento storico della Liberazione e il cinema del Dopoguerra - che ha inaugurato la stagione più fertile del cinema italiano - ma anche, e soprattutto, le forme di cinema politico emerse dopo il 25 aprile 1945 con linguaggi e visioni capaci di intercettare il presente e proiettarlo oltre, verso nuove possibilità di resistenza, memoria e trasformazione sociale. Il programma si apre martedì 4 novembre con una intensa giornata di studio presso la Libreria Spazio Sette di Roma. Inaugurano i lavori i saluti istituzionali di Vincenzo Vita, presidente dell’AAMOD, e di Francesco Giasi, direttore della Fondazione Gramsci. Seguonno tre momenti di riflessione articolati tra mattina e pomeriggio, con il coinvolgimento di studiosi e studiose che, da prospettive diverse, affrontano il tema della Liberazione, della Resistenza e delle sue risonanze nel cinema e nella società contemporanea. Il primo intervento è a cura di Ermanno Taviani, che introduce il tema "Cinema e Liberazioni", ponendo le basi teoriche per l’intera giornata.
  
Paolo Speranza interviene con una relazione dedicata alla rappresentazione della Resistenza nel cinema italiano, ripercorrendo l’evoluzione di un immaginario cruciale nella narrazione collettiva del dopoguerra. Maurizio Zinni si concentra, invece, sulle revisioni cinematografiche della Liberazione, con un intervento dal titolo provocatorio: Solo un muro pieno di buchi, in cui analizza le retoriche e le fratture emerse nel corso degli anni. A dialogare con i relatori è Alessia Cervini, nel ruolo di discussant. Dopo una breve pausa, la sessione prosegue con due voci che offrono sguardi non eurocentrici: Samuel Antichi riflette sul ruolo della macchina da presa come strumento di lotta e protezione all’interno della pratica documentaria palestinese, mentre Donatella della Ratta porta una lecture-performance intitolata Violenza speculativa, incentrata sulle promesse non mantenute e sulle contraddizioni della narrazione visiva nei contesti di conflitto. Giacomo Ravesi accompagna la discussione con un focus critico su questi contributi. Nel pomeriggio, coordinati da Christian Uva, si alternano le voci di Matteo Cavalleri, che esplora l’antropologia etica della Resistenza attraverso l’analisi di soggetti e figure emblematiche, e Micaela Veronesi, con un intervento dedicato alle donne nei documentari resistenziali, mettendo in luce i linguaggi che hanno costruito la memoria femminile del Novecento. Valerio Romitelli propone un approfondimento su Il campo giusto di Elio Cicchetti, un film partigiano mancato ma emblematico per le riflessioni che solleva. A chiudere, Alma Mileto offre uno sguardo sul cinema contemporaneo, interrogandosi su come il concetto di liberazione venga ereditato e rielaborato dalle nuove generazioni. Il pomeriggio si conclude con il contributo di Alexander Höbel. La rassegna cinematografica prende il via mercoledì 5 novembre, al Teatro Palladium, con una selezione di film che attraversano il cinema della Liberazione e quello più recente, con uno sguardo trasversale sulle estetiche del dissenso e sulle narrazioni di resistenza. A introdurre la serata Stefania Parigi.
  
La prima proiezione è quella di Roma città libera, diretto nel 1946 da Marcello Pagliero, un’opera cardine del neorealismo, ambientata in una Roma liberata ma ancora ferita dalla guerra. Il film, girato in gran parte in esterni, racconta la vita di due giovani marginali in una città che cerca di ritrovare un senso e un'identità. Una pellicola dallo stile sobrio e disilluso, che mostra una capitale notturna, cupa e desolata, abitata da piccoli espedienti, generosità improvvise e una malinconia profonda. Segue Corbari di Valentino Orsini, del 1970, che rievoca la vicenda storica di Silvio Corbari, partigiano romagnolo simbolo della resistenza armata. Il film si distingue per un’aderenza rigorosa ai fatti e per la tensione morale che attraversa l'intero racconto, incarnata da un giovane Giuliano Gemma in una delle sue interpretazioni più intense. Girato in pieno clima post-sessantottino, l'opera rilegge la lotta partigiana alla luce delle battaglie politiche del presente, con una regia vibrante e un’impostazione chiaramente militante. La giornata si chiude con Caccia tragica di Giuseppe De Santis, del 1947, una delle opere fondative del cinema neorealista a sfondo sociale. Ambientato nel secondo Dopoguerra, il film racconta la caccia a una banda di criminali che ha assaltato un camion di viveri destinato a una cooperativa agricola. In bilico tra western rurale e parabola morale, il film mette in scena la fragilità del patto democratico appena nato, il peso delle disillusioni e la necessità di una nuova coscienza collettiva. Proiezione in pellicola 35mm. Giovedì 6 novembre, sempre al Palladium, la programmazione prosegue con Austerlitz di Sergei Loznitsa, film documentario del 2016 che esplora il turismo della memoria nei campi di concentramento nazisti. Attraverso lunghe inquadrature fisse, Loznitsa mostra visitatori che scattano selfie o consumano panini tra le baracche, restituendo un'immagine disturbante della banalizzazione del male e della trasformazione dei luoghi della tragedia in scenari da cartolina. Segue la proiezione de Nome di battaglia: donna, il film di Daniele Segre del 2016, che raccoglie testimonianze vive e commoventi di partigiane italiane, restituendo loro voce, corpo e spazio. Una pellicola preziosa, in cui la resistenza al fascismo si intreccia con quella contro il patriarcato, e dove la memoria orale diventa una forma attiva di lotta politica. Chiude la giornata A Fidai Film di Kamal Aljafari, presentato nel 2024 e girato tra Palestina, Germania, Brasile, Francia e Qatar. Il film, sperimentale e stratificato, si sviluppa come un dialogo con l'assenza e con le immagini negate, costruendo un montaggio ipnotico tra i resti del cinema palestinese disperso o censurato. Al termine della proiezione è previsto un incontro con il regista, in dialogo con Wasim Dahmash. La rassegna si conclude al Cinema Farnese con due lavori che riportano il discorso alla memoria famigliare e al contesto storico italiano. Il primo titolo è La Liberazione, un film di famiglia, un progetto firmato da Michele Manzolini e Paolo Simoni, che unisce fonti d’archivio, materiali privati e riflessione storiografica per offrire una visione intima e collettiva del 25 aprile. Presentato da Paolo Simoni, il film invita a rileggere la Liberazione attraverso gli occhi delle famiglie italiane, in un dialogo tra la grande e la piccola storia. Spazio, poi, a Le stagioni del nostro amore di Florestano Vancini (1966), film intenso che narra la storia di un intellettuale disilluso, interpretato da Enrico Maria Salerno, che ripercorre le proprie scelte giovanili e la stagione della Resistenza, interrogandosi sul senso dell’impegno nella società del boom economico. Una riflessione amara e profonda sulla memoria, l’identità e la coerenza etica, resa ancora più attuale dall’instabilità del presente.

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Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD)
LIBERAZIONE/LIBERAZIONI
IX edizione de "Il progetto e le forme di un cinema politico"
Dal 4 al 6 novembre 2025: giornata di studio, rassegna cinematografica e riflessione critica sull’attualità della Resistenza.
Libreria Spazio Sette, Cinema Farnese, Teatro Palladium
ROMA