JAZZMI con Fresu, Capossela e Bertault. Senza confini

Entra nel vivo JAZZMI 2021: sino a domenica 31 ottobre la rassegna diretta da Luciano Linzi e Titti Santini propone nel capoluogo lombardo 200 eventi in buona parte gratuiti confermando la sua impronta "senza confini", quella capace di ampliare e amplificare gli standard musicali facendoli sconfinare in territori sonori inaspettati e quasi magici. Paolo Fresu, Vinicio Capossela e Camille Bertault lo confermano, ancora una volta, sul campo. E proprio la loro ricerca musicale è al centro della programmazione del Festival assieme a quella di Stefano Di Battista, Antonello Salis, Ada Montellatico e Fabrizio Bosso, tra gli italiani, e di Joel Ross, Moses Boyd e Theo Crocker tra gli ospiti stranieri. Motore della kermesse è anche quest’anno Triennale Milano Teatro che, dalla prima edizione nel 2016, ha ospitato nei "mille" palcoscenici meneghini artisti del calibro di Enrico Rava, James Senese, Jason Moran, Rymden, Enrico Intra, Yazz Ahmed, Imogen Heap, Antonio Sanchez, Abdullah Ibrahim, Kenny Barron, Madeleine Peyroux, Trio Bobo e tanti altri.
Paolo Fresu (Photo Roberto Cifarelli)
Il progetto di Associazione JAZZMI e Ponderosa Music & Art si avvale della fondamentale di Blue Note Milano. Sino al 31 ottobre Milano "racconta l’universo musicale del jazz in tutte le sue declinazioni: la sua storia, la sua attualità, il suo futuro, i generi con cui dialoga e con i quali si contamina. E' una rete di sinergie che collaborano insieme per la sua crescita, il suo sviluppo e la sua diffusione... in cento location della città, tra i media partner e nei più importanti enti culturali". Gli incontri con l'arte di Paolo Fresu sono fondamentali. Al Volvo Studio Milano si potrà conoscere la storia della sua etichetta discografica Tǔk Music, il progetto fondato anche per favorire la nascita di nuovi talenti del panorama jazz (ma non solo) italiano e straniero avvalendosi della consulenza di una rete internazionale di artisti e talent scout. Domenica 24 Ottobre nella Sala Verdi del Conservatorio (ore 21) l'affondo: Around Tŭk vedrà esibirsi, accanto al trombettista sardo, alcuni dei nomi più interessanti dell’attuale panorama musicale nazionale collegati a filo doppio con i propri lavori per Tǔk Music. Lo spettacolo è ideato e costruito su varie prospettive che propongono i musicisti coinvolti in figurazioni aperte che si aprono o chiudono in diverse formazioni (duo, trio, quartetto o sestetto): Paolo Fresu | trumpet, flugelhorn, effects, Raffaele Casarano | sax, Sade Mangiaracina | Fender Rhodes Electric Piano, Dino Rubino | piano, Marco Bardoscia | double bass, Enrico Morello | drums and percussions. Ancora una volta è la musica senza steccati a vincere proprio perché siamo di fronte ad un maestro che più di altri è riuscito a sconfinare con intelligenza e fantasia nei mondi della classica, del teatro e delle arti tutte. Andata e ritorno dalla Sardegna per affermarsi in tutto il mondo.

Vinicio Capossela
Vinicio Capossela tiene a Milano 4 concerti-spettacolo tutti racchiusi tra giovedì 28 e venerdì 29 ottobre. Non c'è migliore presentazione del nostro più moderno chansonnier di quella proposta dagli organizzatori: "Trenta anni or sono il King Lear dei produttori musicali italiani che rispondeva al nome pubblico di Renzo Fantini, vide del buono in un giovinastro venuto su anche lui tra la Via Emilia e il West, nei gironi infernali dei bar e dei motel ad astronomia minima, senz’altro obbedire che ai comandamenti della strada. Infebbrato da Tom Waits, Tondelli, Modì e da ogni alcol che gli insegnasse la sete, il giovinastro in questione affrontava a mani nude la sproporzione tra vissuto e immaginato su un Fender Rhodes zebrato, cantando testi tatuati dentro le palpebre. Negli anni a venire avrebbe coniato, uno dopo l’altro, dei dischi di oro zecchino, ma per ora, è il 1990, si trattava di mettere su vinile un pugno di canzoni pre-biografiche, alcuni fattacci amorosi che stavano per capitargli e tutta un’epopea di regine stanche delle otto ore e romanticoni poveri come i ragni. King Lear conosceva bene 'il giochino' e agì da par suo: nel mese dei vacanzieri prenotò uno studio prestigioso e puntellò l’esordiente con una Guascogna di nobiluomini rotti a ogni gentilezza. Il risultato fu quel capolavoro di trepidazione e sincerità che conosciamo con il titolo monkiano di 'All’una e trentacinque circa'. Dopodiché Vinicio ha avuto la carriera che ha avuto, incommensurabile, ma quegli anni, quelle canzoni, quel disco, li ha sempre portati con sé in una confezione salva-freschezza che ha del miracoloso. E ora è qui, a JAZZMI, a suonarcele di santa ragione, con gli stessi ingredienti, la stessa giovinezza piena di speranza, castelli di sabbia che sono durati".

Photo dalla pagina Facebook dell'artista
Il terzo appuntamento da non mancare è con l'"artiste-vocale" francese Camille Bertault, per la prima volta al Blu Note. Basta ascoltare la sua "traduzione per voce" dell'aria della Variazioni Goldberg di Bach per rendersi immediatamente conto di quanta forza dirompente contenga il suo approccio, del tutto personale e antitradizionalista, al mondo delle sette note. E' una congerie di rigore per la partitura, libera interpretazione e dolcezza sonora: "Camille interpreta con vertiginosa precisione e disinvoltura il barocco, riprende 'Comment te dire adieu' di Serge Gainsbourg o la surreale 'Conne' di Brigitte Fontaine e 'La Femme coupée en morceaux' di Michel Legrand, scrive e canta in brasiliano su alcuni pezzi di Wayne Shorter e in francese su quelli di Bill Evans… Il titolo del suo album, oltre ad essere un omaggio, è già una dichiarazione di intenti: 'Pas de Géant' è, infatti, la traduzione letterale di Giant Steps, leggendario standard di John Coltrane del 1959". E allora si capisce meglio perché Camille sia contemporaneamente interprete e compositrice, ami il testo, il teatro, le formazioni cameristiche, abbia studiato pianoforte e coltivi la sua passione per la musica sudamericana. Nessuna facile classificazione o limitazione di genere musicale o, ancora, di scelte discografiche. E allora tutto torna: Paolo, Vinicio e Camille sono la musica "con e oltre il jazz". Quella che sa suscitare vere emozioni e ti porta dentro un mondo inesplorato. Spiazzante eppure del tutto autoriale.

                                                                                                              a cura di Daniele Vaninetti