Cambi: prima House Sale del 2021. Vicenza 20 ottobre

Cambi presenta la prima, prestigiosa, House Sale del 2021: l'importante collezione del vicentino Palazzo Loschi Zileri dal Verme, composta da arredi, sculture, bronzi, quadri e arte decorativa prevalentemente di epoca neoclassica, sarà messa all’incanto il 20 ottobre in corso Andrea Palladio 42, Vicenza. Il lussuoso piano nobile dello splendido edificio è oggi proprietà del designer e imprenditore della moda Claudio Biasia, che proprio nelle stanze affrescate della casa iniziò la sua personale raccolta di opere d’arte con l’aiuto dell’amico Gastone Fioravanzo, interior designer di fama internazionale. È con lui che il proprietario riesce nell’impresa di riportare il piano nobile dell’edificio storico ai suoi antichi splendori.
Foto di Giorgio Baroni
In questo luogo ricco di bellezza e di storia, Biasia ha raccolto un tripudio di mobili in stile neoclassico e raffinate opere d’arte in grado di rappresentare appieno e senza compromessi lo stile dell’epoca. Queste sono state accostate  armonicamente ad opere di altre epoche: sono presenti, tra gli altri, alcuni importanti dipinti Nord-europei del XVI-XVII secolo, opere decorative del XX secolo, dipinti e oggetti d’arte del XVI secolo. La capacità del collezionista vicentino è stata quella di riuscire a mantenere uno stile coerente e raffinato, pur spaziando tra le epoche e gli stili. Un’occasione unica per immergersi in un ambiente armonioso, percorrendo sale arredate con cura e dedizione nel pieno rispetto dell’identità del palazzo. L’esposizione avverrà all’interno del Palazzo Loschi Zileri e sarà visitabile a partire dalla settimana precedente l’asta. Progettato nella seconda metà del ‘700 per i fratelli Alfonso e Francesco Loschi, Palazzo Loschi Zileri dal Verme si affaccia sulla via più elegante del centro storico di Vicenza, corso Palladio. L’edificio rappresenta il manifesto dello stile dell’architetto vicentino Ottone Maria Calderari (1730 - 1803), la cui attività si ispirò al grande architetto Palladio. La facciata esterna spicca anche agli occhi meno allenati per la sua grandiosità: il pianterreno, interrotto dall’arco d’ingresso, presenta bugne gentili mentre una ritmica serie di semicolonne corinzie crea suggestivi passaggi chiaroscurali ai piani superiori.

Il prospetto, per i risultati pittorici ottenuti e per la sua struttura, è stato paragonato al piermariniano Teatro alla Scala, di poco antecedente. Attraverso la sua plurisecolare storia edilizia, il Palazzo risulta silenzioso testimone d’importanti eventi accaduti in città. Tra questi riscuote grande curiosità la palla di cannone che nel 1805 lo colpì durante il conflitto franco-austriaco e che da allora è infissa e ben visibile a lato della facciata. Degne di nota anche le due iscrizioni marmoree, tuttora visibili nell’atrio, che attestano che nella dimora dei Loschi soggiornarono il principe ereditario Umberto di Savoia (28 luglio -1 settembre 1866) e il re d’Italia Vittorio Emanuele II (17 novembre 1866). Parte del piano nobile e il piano superiore sono stati oggetto di un eccellente restauro delle decorazioni pittoriche da parte di privati: sono dunque tornati alla luce, tra gli altri, la decorazione monocroma con un Pantheon di artisti e letterati appartenenti al Rinascimento e al Neoclassicismo della Sala nobile, il "Bacco e Arianna" nella volta della Sala da pranzo, la "Quadriglia in trionfo" nella lunetta del Gabinetto etrusco e il soffitto della cosiddetta "Camera degli uccelli". La luminosa entrata del palazzo in Corso Palladio accoglie il visitatore con diverse opere di pregio, come il dipinto Venere e Mercurio attribuito a Bartolomeo Litterini (stima: 15.000 - 20.000 euro), le sei Vedute di Roma firmate Giuseppe Giampedi (stima: 12.000 - 18.000 euro) e Quattro busti in marmo degli imperatori Cesare. Vitellino, Traiano e Caracalla, splendidi esempi di arte romana tardo rinascimentale della seconda metà del XVI secolo (stima 50.000 - 70.000 euro).

Foto di Giorgio Baroni
Troneggia al centro della stanza la candida rappresentazione de La purezza in marmo bianco firmato da Pio Fedi (Viterbo 1816- Firenze 1892). Seminascosta da incantevoli tendaggi, ecco la Sala da Ballo: un ambiente spazioso ed elegante che ospita - tra gli altri - una serie di dodici Papier Peints, di manifattura parigina di inizio Ottocento, raffiguranti le Storie di Amore e Psiche, di Mary Joseph Blondel e Louis Lafitte (stima: 30.000 - 50.000 euro). Al centro dell’ampio ambiente, si staglia il grande gruppo in marmo bianco raffigurante Eros e la Musa Erato, arte neoclassica italiana del XVIII-XIX secolo (stima 30.000 - 40.000 euro). Nella Sala da Ricevimento il visitatore è ora immerso nei colori regali dell’oro e del bordeaux. Qui troviamo altri lotti interessanti, come i due olii su tela raffiguranti Susanna e i vecchioni e Sansone e Dalila di Segismundo Ribò y Mir (stima: 15.000 - 20.000 euro) e l’imponente dipinto di Felice Riccio intitolato Livia (stima: 12.000 - 18.000 euro). Prima di accedere al Salotto, meritano una menzione anche le rarissime Sedie in legno intagliato e laccato, di manifattura toscana della fine del XVIII secolo (stima: 15.000 - 20.000 euro). La seduta in tessuto è sormontata da uno schienale dipinto con scene di putti su fondo azzurro: sono otto esemplari notevoli per rarità e qualità. Il Salotto è un tripudio di mobili antichi, dipinti, sculture e bronzi; tra questi spicca l’importante Coppia di candelabri in bronzo dorato e patinato "au bon sauvage", della manifattura Luigi Manfredini, ovvero due mori nell’atto di sorreggere cinque fiamme (stima: 25.000 - 35.000 euro). Dal salotto il visitatore arriva nel piccolo ma incantevole Fumoir, gioiello della casa, e può ammirare - tra gli altri - l’olio su tavola Incontro di Dei, Muse e Artisti sul monte Parnaso, attribuito alla creativa Scuola mantovana del XVI secolo (stima: 15.000 - 20.000 euro).

Suicidio di Lucrezia
Un ultimo ambiente prima di salire al piano alto: l’ampia Sala da Pranzo. I protagonisti qui sono l’Adone di Sophie Rude (stima: 30.000 - 50.000 euro), bell’esemplare di neoclassicismo francese, i due bozzetti in terracotta modellata di arte neoclassica italiana del XIX secolo raffiguranti Giunone e Diana, ambito di Adamo Tadolini, Bologna 1788-1868 (stima 5.000 - 7.000 euro), e una preziosa e antica commode in legno sagomato davanti  e sui  fianchi, laccata in azzurro chiaro e impreziosita da scene galanti e di genere. (stima 20.000 - 30.000 euro). Al piano superiore si trovano le camere da letto, collegate da un corridoio. Proprio qui si trova il top lot dell’asta, il Suicidio di Lucrezia del Maestro delle Mezze Figure (100.000 - 150.000 euro), pittore olandese il cui nomignolo deriva dai numerosi dipinti a lui attribuiti raffiguranti eleganti busti femminili. Questo lotto è parte di un gruppo di opere firmate da pittori Nord-Europei, come quello del ritrattista tedesco Faber Conrad, Ritratto di gentildonna (stima: 40.000 - 60.000 euro), o l’Adorazione dei pastori dell’olandese Goltzius Hendrick (stima: 10.000 - 15.000 euro). Da citare anche il Trittico a tre ante richiudibili di Scuola fiamminga (stima: 10.000 - 15.000 euro) e una scultura in terracotta neoclassica francese del XVIII secolo di rara eleganza firmata da Luis-Simon Boizot (Parigi 1743-1803) che ci mostra il bagno di Venere. Infine non può mancare nella camera padronale un bellissimo letto in  legno scolpito e intagliato interamente dorato con oro di diversi colori e la testiera centrata da testa di Medusa, tra simboli allegorici riccamente scolpiti (stima: 8.000 - 12.000 euro).

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Dida completa immagine Toplot 241636:

Maestro delle Mezze Figure 

Suicidio di Lucrezia

in cornice dorata 

Stima: 100.000 - 150.000 euro