Consorzio Grana Padano, Zaghini nuovo presidente

Il nuovo presidente del Consorzio Tutela Grana Padano è il mantovano Renato Zaghini. Il cda, eletto lo scorso 19 giugno dall’Assemblea generale dell'ente, lo ha nominato come successore di Nicola Cesare Baldrighi, al "timone" del sodalizio per 21 anni. Zaghini ha ricoperto per oltre vent'anni la carica di presidente del Caseificio europeo Società Agricola Cooperativa di Bagnolo San Vito (Mn) e per 17 anni è stato il tesoriere del Consorzio Grana Padano.
Renato Zaghini
"Sono molto onorato della fiducia che il Consiglio mi ha concesso per ricoprire un ruolo così importante e di prestigio - dichiara, emozionato, Zaghini -. Mi impegnerò insieme al nuovo cda per far sì che la filiera del formaggio DOP più consumato al mondo continui a rappresentare l’eccellenza del made in Italy. Mi piace accettare le sfide e rispondere positivamente alle richieste di impegno che mi arrivano da amici e colleghi - continua Zaghini -. Come ho già fatto 21 anni fa quando ho accettato la presidenza del caseificio Europeo durante il difficile periodo che stava attraversando il sistema lattiero caseario a causa della vicenda delle quote latte... ora sono pronto ad accettare questa nuova sfida in un momento in cui il mondo sta vivendo la più grave crisi dalla fine della seconda guerra mondiale. La filiera del Grana Padano ha continuato a funzionare anche durante la pandemia ma deve fare i conti con pesanti difficoltà su vari fronti, in una situazione economica piena di incognite". "Saluto con soddisfazione il nuovo presidente - afferma, 
da parte sua, Baldrighi, presidente uscente -. E' un uomo concreto e di buon senso con cui ho condiviso la maggior parte del mio mandato. A lui vanno i miei migliori auguri di buon lavoro, nella certezza che saprà portare avanti con forza e determinazione le azioni necessarie affinché il nostro sistema continui sui binari dell’eccellenza, migliorando ulteriormente i grandi risultati ottenuti insieme fino ad oggi. Quando questo momento critico legato al Covid-19 passerà, la voglia di ripresa sarà forte, coinvolgerà tutti e dovremo essere pronti a governarla".


Le incognite legate al futuro non fermano l’entusiasmo e la volontà del neo presidente, che nel suo discorso d’insediamento ha voluto sottolineare i valori primari che muoveranno la sua azione: collegialità e condivisione. "Cercherò di mettere a frutto i 17 anni da tesoriere del Consorzio che mi hanno conferito una buona esperienza di sistema, ma soprattutto farò in modo di garantire collegialità e condivisione in tutti gli organismi istituzionali del nostro sodalizio - spiega -. Vorrei che il mio mandato si contraddistinguesse proprio per la sua gestione collegiale. Questo perché so bene che dal nostro agire non dipende solo la sorte delle nostre aziende e dei nostri soci ma anche quella dell’intero sistema lattiero caseario italiano, che risente moltissimo delle nostre scelte e decisioni".

Prima dello scatenarsi della pandemia, il 2019 ha chiuso con una produzione complessiva di 5.164.759 forme (+4,70% rispetto al 2018), il 42% di formaggio marchiato esportato ed un conseguente 58% consumato in Italia. Con 2.051.125 forme, l’export 2019 fa segnare una crescita del 4,38%. L’Europa, con 1.697.618 forme, assorbe quasi l’83% delle esportazioni di Grana Padano DOP, con un incremento del 4,54% rispetto al 2018. La Germania, con un aumento del 5,61%, si conferma il primo mercato per le esportazioni di Grana Padano DOP, con un totale di 549.562 forme. Al secondo posto assoluto rimane la Francia con 231.188 forme e un "salto" del 4,44%. Il terzo posto spetta agli Stati Uniti che hanno fatto segnare un +9,04% pari a 167.852 forme, superando il Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo) che con 160.561 forme complessive (+2,41%) scivolano al quarto posto nella graduatoria assoluta. La produzione si è divisa per il 37,25% a favore delle industrie e per il 62,75% delle cooperative. Guardando, poi, nello specifico alle aree geografiche si evidenzia che la provincia di Mantova con 28 caseifici ha prodotto il 29,38% del totale annuo, seguono Brescia con 29 caseifici e una produzione del 23,03%, Cremona con 9 caseifici e il 17,30%; Piacenza con 20 caseifici e l’11,38%. Il Veneto, poi, con 22 Caseifici (tenendo conto anche del latte veneto lavorato fuori Regione) ha raggiunto quota 15,34%.