Classiche Forme, il Festival di Beatrice Rana in Puglia

Omaggio alla Musica da Camera. Una grande pianista, Beatrice Rana, e un violoncellista-compositore, Giovanni Sollima, apprezzato da critica e pubblico per la sua opera in più ambiti e generi. Ruota attorno a questo importante binomio il programma della quarta edizione di Classiche Forme, il Festival internazionale di musica da camera prodotto dall’Associazione Musicale Opera Prima e diretto da Beatrice con la presidenza onoraria di Antonio Pappano. Tutto si svolgerà il 24, 25 e 25 luglio 2020 nell'Abbazia di Santa Maria di Cerrate (Lecce). In apertura, venerdì 24 alle ore 21, Silvia Careddu (flauto), Andrea Obiso (violino) Giuseppe Russo Rossi (viola), Ludovica Rana (violoncello) e Beatrice Rana (pianoforte) eseguiranno musiche di Mozart, Mendelssohn e Prokofiev.
Beatrice Rana (Photo Classiche Forme)
Classiche Forme, atto d'amore per la musica d'ensemble e per il Sud, si è imposto sin dalla prima edizione come un evento di grande prestigio, tanto da ricevere la Medaglia dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come riconoscimento dell’alto valore che l’iniziativa ha sia nella cultura musicale che nel territorio
 in cui viene realizzata nonché per la capacità di valorizzare e formare giovani talenti. Ha appena ricevuto l’ambito riconoscimento Effe Label 2019 dell’European Festivals Association e "si caratterizza, appunto, per la presenza di giovani artisti, vincitori di prestigiosi concorsi internazionali con una carriera che li vede presenti, da solisti, nelle sale più autorevoli e nelle stagioni concertistiche più rappresentative, in residenza a Lecce. Sono stati presenti, nelle tre edizioni precedenti, Elena Urioste, Marta Kowalkczyk, Pablo Ferrandez, Daniel Palmizio, Alessandro Carbonre, Solenne Paidassi, Aylen Pritchin, Eivind Holtsmark Ringstad, Gabriella Sborgi ed Enrico Fagone, Ludovica Rana, Benedetto Lupo, Simone Rubino, Sara Ferrandez, Ella van Poucke, Simone Lasma, Andrea Toselli, Vittorio Prato, Anne Luisa Kramb". "Ho immaginato un Festival-laboratorio dove musicisti di talento potessero ritrovarsi e per alcuni giorni vivere, provare e infine suonare insieme davanti al pubblico, un format da tempo collaudato all’estero", spiega Beatrice.



Classiche Forme ritaglia un ampio spazio alle partiture contemporanee commissionando opere ad hoc per i temi del Festival: nel 2017 è stata invitato il compositore Francesco Antonioni, nel 2018 è stata la volta di Marcello Panni, il 2019 ha visto protagonista Silvia Colasanti e adesso, in questa tornata 2020, tocca a Sollima.Tutte le serate sono registrate e trasmesse su Radio RAI3. Sette note ma anche cultura e paesaggio: "Il Festival è un itinerario incantevole che unisce la bellezza della grande musica allo splendore e al fascino della storia di antiche e nobili residenze come quella del Palazzo Bacile di Castiglione a Spongano, sede delle due prime edizioni, o il Chiostro dell’Antico Seminario a Lecce (terza edizione). In questo 2020 la rassegna raggiunge il cuore millenario del Salento, Cerrate e la sua Abbazia di Santa Maria, unico bene protetto dal Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) della Puglia, un luogo fortemente identitario dell’architettura romanica in questa splendida terra". 

Giovanni Sollima (Photo Classiche Forme)
Classiche Forme diventa un punto di riferimento sul territorio per gli amanti della grande musica anche per questa attenzione particolare che rivolge alla storia locale e ai suoi gioielli. Su tutto vince la voglia di fare musica insieme con un'impostazione cameristica che resta alla base di ogni successiva esperienza di successo nel firmamento del concertismo sinfonico. Lo sa benissimo Giovanni Sollima, violoncellista di fama internazionale e il compositore italiano più eseguito nel mondo. Collabora da tempo con i nomi più altisonanti del panorama musicale: Riccardo Muti, Yo-Yo Ma, Ivan Fischer, Viktoria Mullova, Ruggero Raimondi, Mario Brunello, Kathryn Stott, Giuseppe Andaloro, Yuri Bashmet, Katia e Marielle Labeque, Giovanni Antonini, Ottavio Dantone, Patti Smith, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Elisa e Antonio Albanese e con alcune delle migliori formazioni mondiali (Chicago Symphony Orchestra, Manchester Camerata, Liverpool Philharmonic, di cui è stato Artist in residence nel 2015, Royal Concertgebouw Orchestra, Moscow Soloists, Berlin Konzerthausorchester, Australian Chamber Orchestra, Il Giardino Armonico, Cappella Neapolitana, Accademia Bizantina, Holland Baroque Society, Budapest Festival Orchestra). La sua attività trascende generi e confini. Cinema, teatro, televisione e danza: ha scritto e interpretato musiche per Peter Greenaway, John Turturro, Bob Wilson, Carlos Saura, Marco Tullio Giordana, Alessandro Baricco, Peter Stein, Lasse Gjertsen, Anatolij Vasiliev, Karole Armitage, e Carolyn Carlson. Si è esibito in alcune delle più importanti sale in tutto il mondo, tra cui la Carnegie Hall (New York), la Queen Elizabeth Hall (Londra), la Salle Gaveau (Parigi), il Teatro alla Scala (Milano), il Ravenna Festival, l’Opera House (Sidney), la Suntory Hall (Tokyo). Dal 2010 insegna presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove è stato insignito del titolo di Accademico. Nel 2012 ha fondato, insieme a Enrico Melozzi, i 100 Cellos.


Antonio Pappano, presidente onorario del Festival (Photo Classiche Forme)
Nel 2015 ha creato a Milano il "logo sonoro" di Expo e inaugurato il nuovo spazio museale della Pietà Rondanini di Michelangelo. Nel campo della composizione esplora generi diversi avvalendosi di strumenti antichi, orientali, elettrici e di sua invenzione, suonando, ad esempio, nel Deserto del Sahara, sott’acqua, e con un violoncello di ghiaccio. La sua discografia si è aperta nel 1998 con un cd commissionato da Philip Glass per la propria etichetta Point Music al quale sono seguiti undici album per Sony, Egea e Decca. Ha riportato alla luce un violoncellista e compositore del ‘700, Giovanni Battista Costanzi, di cui ha inciso nel corso degli ultimi due anni le Sonate e Sinfonie per violoncello e basso continuo per l’etichetta spagnola Glossa. Nell’ottobre 2018, alla Cello Biennale di Amsterdam, ha ricevuto l'ambitissimo Anner Bijlsma Award. Suona un violoncello Francesco Ruggeri (Cremona, 1679). Classiche Forme ne esalta carriera e genio compositivo. "Per noi la musica da camera è generosità, affiatamento, gentilezza, dialogo. Abbracciarsi attraverso la musica", scrivono gli organizzatori, che a fine giugno su Facebook avevano preannunciato: "Comunichiamo che tutte le serate del Festival sono già sold out. Stiamo creando una lista d’attesa nel caso di allentamento delle restrizioni regionali. Per essere inseriti nella lista scrivete a: info@classicheforme.com".


www.classicheforme.com