Eva Marisaldi al PAC di Milano: Trasporto eccezionale


Il 18 dicembre 2018 il Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC) di Milano riapre al pubblico con la personale di Eva Marisaldi, tra le artiste più rilevanti della generazione nata negli anni Sessanta cui il PAC ha scelto di dedicare una delle linee di ricerca della sua programmazione annuale: la promozione e la valorizzazione dell’arte contemporanea italiana. Promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta dal PAC con Silvana Editoriale, la mostra è curata da Diego Sileo e aggiunge un’ulteriore tappa alla ricerca dell’artista con una nuova riflessione che parte dai suoi primi anni di produzione e arriva fino ai giorni nostri, attraverso un’ampia selezione di lavori passati e con la creazione di nuove opere pensate appositamente per gli spazi del PAC.

Fotografie, azioni, performance, video, animazioni, installazioni, alternati a tecniche più tradizionali e artigianali come il disegno e il ricamo.Le opere di Eva Marisaldi sono caratterizzate da una lirica vena narrativa e la sua ricerca prende spunto dalla realtà, ma si concentra sugli aspetti nascosti della nostra quotidianità, analizzati attraverso il suo modo di fare arte. Un processo poetico e giocoso, che si addentra nella sfera della fantasia e dell’immaginazione. Interrogandosi su tematiche quali il dialogo e la narrazione, Marisaldi indaga le possibilità di riflessione individuale e collettiva all’interno dello spazio espositivo, rapportandosi con esso in maniera sempre puntuale e raffinata e dando vita a originali e suggestivi percorsi di trasformazione.


Un linguaggio e una figurazione al loro interno coerenti, che nella mostra siamo continuamente chiamati a decifrare, ci trasportano in dimensioni altre, dove tutto può succedere e dove tutto rimane sospeso, in cui l’artista pare mettere alla prova la diversità del funzionamento della mente e la complessità della comunicazione, senza tralasciare però un’imprescindibile componente ludica con cui lo spettatore è invitato a confrontarsi. Partendo da questa attitudine la mostra aprirà con una nuova versione dell’opera Welcome, 2018: tre nastri da ginnastica ritmica azionati da bracci meccanici daranno il benvenuto ai visitatori del PAC, i quali saranno poi invitati a salire a bordo della Nastronave, 2018, una piccola e colorata stanza da proiezione con una serie di estratti video che raccontano diversi anni di lavoro dell’artista, il tutto accompagnato da un rumoroso sottofondo di locuste. Il fascino e l’attenzione per i suoni – naturali o riprodotti con strumenti – sono presenti anche in altre opere, come il video Musica per camaleonti, 2004 girato in Madagascar, dove si trova la più alta concentrazione di camaleonti di tutto il pianeta, e il video Porto Fuori, 2007, che segue il percorso di una piccola macchina acustica traballante lungo il molo Zaccagnini di Ravenna.


Entrambi i lavori – come molti altri della produzione di Marisaldi – sono realizzati con la collaborazione e la consulenza tecnica di Enrico Serotti, musicista e compositore, con cui Marisaldi ha avviato un tipo di lavoro dialogico. Il suono è anche quello evocato dai due cucchiai sospesi su fili come marionette che duellano tra loro nell’opera Senza titolo, 2018, dedicata ad Antonio Gramsci e ai suoi Quaderni del carcere (1929) o quello riprodotto dalla carta che risuona grazie a un complesso dispositivo inserito in Untitled, 2018, che mixa contemporaneamente quattro dischi 45 giri. Surround, 2018, invece, è una specie di piccolo ponte sospeso che produce un’onda ciclica che si propaga per tutta la sua lunghezza per poi rimbalzare indietro, lentamente scemare, e ripartire. Interessante come questi lavori sonori di Marisaldi possano entrare in relazione con i Sette Savi di Fausto Melotti che abitano il giardino del PAC, attraverso il concetto di modulazione, l’idea del tema e delle variazioni musicali rese dall’alternanza di pieni e vuoti e dei volumi positivi e negativi creati dal grande artista italiano appassionato e studioso di musica. Nell’installazione 3000 pagine, 2018, il sonoro è trasmesso da quattro pannelli di cartone e dodici sgabelli in legno e tessuto. L’idea di questo nuovo lavoro è nata dalla lettura di un articolo sull’Assemblea nazionale del popolo in Cina, la sessione annuale del Parlamento cinese a Pechino, durante la quale i tremila delegati delle province del Paese seguono il discorso del presidente in un religioso silenzio, interrotto solo dal rumore delle pagine di un testo messo a loro disposizione che vengono girate simultaneamente.