Si è spento Alfred Brendel e la grande musica internazionale è in lutto. Nel corso dei suoi sessant'anni di carriera, il pianista di origini austriache, che nel tempo libero era anche pittore, poeta e pensatore, ha lasciato in eredità le sue interpretazioni di Mozart, Beethoven e soprattutto Schubert, "di cui era il tramite privilegiato". È morto martedì 17 giugno all'età di 94 anni. Così lo ricorda Marie-Aude Roux su Le Monde: "Rifiutò di suonare all'aperto, di dipendere da rane, gufi, venti e falene... Suonò solo una volta al Festival di La Roque-d'Anthéron, il 12 agosto 2008, a porte chiuse al Grand Théâtre d'Aix-en-Provence, l'anno in cui concluse la sua carriera, con un concerto finale il 18 dicembre nella sala dorata del Musikverein di Vienna. In programma, il Concerto n. 9 'Jeunehomm' di Mozart, diretto da Charles Mackerras". E ancora: "Fu quella la La fine di una vita pianistica iniziata sessant'anni prima e l'inizio di un'altra, che ha permesso al musicista, ossessionato da pittura, letteratura e filosofia, e amante dell'architettura e del cinema, di dedicarsi alla scrittura di saggi e poesie, e a tenere conferenze e masterclass. Quasi fino alla sua morte, avvenuta martedì mattina 17 giugno 2025 nella sua casa londinese, all'età di 94 anni, come annunciato dalla famiglia. L'ometto dagli occhiali rotondi (un look molto schubertiano), singolare persino nelle sue origini austriache, tedesche, italiane e slave, incarnazione della tradizione intellettuale viennese, ci è apparso per l'ultima volta nel giugno 2008, all'Auditorium di Lione. Con un'eleganza un po' rigida, in frac e papillon giallo pallido, si è seduto al pianoforte e la musica fluiva naturalmente: Haydn prima, Mozart poi, con la Sonata in fa maggiore KV 533, suonata con una fluidità meravigliosa e una pratica insensata dell'ovvio". Questo in Francia. "Sua Maestà della tastiera", negli ultimi anni, era diventato il guest of honor della programmazione musicale di Mantova, attorno al festival Trame Sonore. Da sola una sua "lezione" bastava per correre qui e non perdere una parola dei suoi insegnamenti sulla musica, quella che lui ha reso grandissima per decenni in recital entrati nella leggenda.
Così lo ricorda Trame Sonore: "Lungo i sessant’anni della sua illustre carriera internazionale è stato protagonista sulla scena dei più importanti centri musicali e festival del mondo con le principali orchestre e direttori, e la sua vasta discografia ha contribuito a renderlo uno degli artisti più rispettati del nostro tempo. Due raccolte comprendono la maggior parte delle sue registrazioni: 'The Complete Vox: Turnabout and Vanguard Solo Recordings' (2008) con 35 CD e 'The Complete Philips recordings' (2015) con 114 CD, tra cui diverse esecuzioni dal vivo. Ha ricevuto 20 lauree honoris causa da università quali Oxford, Cambridge, Yale e McGill e una serie di prestigiosi riconoscimenti come l'appartenenza onoraria alla Filarmonica di Vienna, i premi Sonning e Siemens e il Praemium Imperiale in Giappone. I numerosi saggi di Brendel e le sue poesie sono stati ampiamente pubblicati in molte lingue. Bärenreiter ha recentemente edito le sue conversazioni sull'interpretazione con Peter Gülke. Conclusa la sua carriera concertistica nel 2008, il Maestro ha continuato la sua attività con conferenze (registrate da Unitel e Supraphon), conferenze e masterclass di musica da camera. Si è dedicato, inoltre, con entusiasmo a condividere la sua esperienza di musicista con artisti delle giovani generazioni". Come a Mantova.
a cura di Daniele Vaninetti