Aperta la Mostra Internazionale di Architettura. Venezia

Venezia: evento di riferimento dell'oggi e del futuro per chi vuole riflettere sui destini dell'abitare e del vivere, apre al pubblico da sabato 20 maggio a domenica 26 novembre 2023, ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera la diciottesima Mostra Internazionale di Architettura dal titolo The Laboratory of the Future a cura di Lesley Lokko, organizzata dalla Biennale presieduta da Roberto Ciccuto. La pre-apertura ha luogo nei giorni del 18 e 19 maggio: la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 20 maggio. La Biennale di Venezia è impegnata in modo concreto nel cruciale obiettivo del contrasto al cambiamento climatico, promuovendo un modello più sostenibile per la progettazione, l’allestimento e lo svolgimento di tutte le sue attività. "Decolonializzazione e decarbonizzazione - ha osservato Lokko durante la conferenza stampa, criticando apertamente l'ambasciata italiana in Ghana per la non concessione dei visti ad alcuni membri del team africano - non possono che andare di pari passo. E' un imperativo del cambiamento".
Ma che cosa significa essere "un agente di cambiamento?". "Negli ultimi nove mesi, in centinaia di conversazioni, messaggi di testo, videochiamate e riunioni - ha ricordato ancora la curatrice della Mostra - è emersa più volte la domanda se esposizioni di questa portata, sia in termini di emissioni di carbonio sia di costi, possano essere giustificate. A maggio dell’anno scorso (in occasione dell’annuncio del titolo) ho parlato più volte della Mostra come di 'una storia', una narrazione che si evolve nello spazio. Oggi ho una visione diversa. Una mostra di architettura è allo stesso tempo un momento e un processo. Prende in prestito struttura e formato dalle mostre d’arte, ma se ne distingue per aspetti critici che spesso passano inosservati. Oltre al desiderio di raccontare una storia, anche le questioni legate alla produzione, alle risorse e alla rappresentazione sono centrali nel modo in cui una mostra di architettura viene al mondo, eppure vengono riconosciute e discusse di rado. È stato chiaro fin dal principio che 'The Laboratory of the Future' avrebbe adottato come suo gesto essenziale il concetto di "cambiamento'". "The Laboratory of the Future" è divisa in sei parti. Comprende 89 partecipanti, di cui oltre la metà provenienti dall’Africa o dalla diaspora africana. L’equilibrio di genere è paritario e l’età media dei partecipanti è di 43 anni, mentre scende a 37 nella sezione Progetti Speciali della curatrice, in cui il più giovane ha 24 anni. Il 46% dei partecipanti considera la formazione come una vera e propria attività professionale e, per la prima volta in assoluto, quasi la metà  proviene da studi a conduzione individuale o composti da un massimo di cinque persone. In tutte le sezioni della Mostra oltre il 70% delle opere esposte è stato progettato da studi gestiti da un singolo o da un team molto ristretto.

"Quando a dicembre 2021 su mia proposta il cda della Biennale di Venezia ha approvato la nomina di Lesley Lokko quale curatrice della Mostra Internazionale di Architettura - ha spiegato il presidente della Biennale Roberto Cicutto - la principale ragione della scelta stava nel dare la parola a una voce che veniva dall’esterno del mondo nord-occidentale, e soprattutto a una persona che si occupasse di architettura più in sintonia con i tempi e in progressione rispetto all’impostazione data da Hashim Sarkis nella sua Mostra 'How will we live together?' Mi pare che dalle prime reazioni alle sue affermazioni si sia colto quello che si presenta come il punto di forza di questa Biennale: poter ascoltare dall’interno le diverse voci che vengono dall’Africa e dialogano con il resto del mondo, costringendoci ad abbandonare un’immagine di quel continente e dei suoi abitanti che abbiamo perpetuato per secoli, quella di un’Africa vista più come un problema (migranti, povertà, fame, conflitti…) o solo come un paese da aiutare. Questo cambio di prospettiva nell’incontrare un continente che anagraficamente è il più giovane della terra, e oggi diviene per molti paesi un interlocutore alla pari per accordi economici sul piano dell’approvvigionamento energetico o degli investimenti infrastrutturali, porta con sé una grande rivoluzione. Ricordo - ha concluso Cicutto - l’emozione con cui Lesley Lokko ha accolto il giudizio della Giuria Internazionale della Mostra d’Arte curata da Cecilia Alemani, quando sul podio sono saliti artiste e artisti africani o protagonisti della diaspora: 'Ci siamo seduti di diritto al tavolo principale' ha esclamato". Biennale College Architettura debutta a Venezia dal 25 giugno al 22 luglio 2023. Nel corso di quattro settimane di programma didattico, quindici docenti internazionali - Samia Henni, Marina Otero, Nana Biamah-Ofosu, Thireshen Govender, Lorenzo Romito, Jacopo Galli, Philippa Tumumbweinee, Ngillan Gbadebo Faal, Rahesh Ram, Guillermo Fernandez-Abascal, Urtzi Grau, Samir Pandya, Alice Clancy, Sarah de Villiers e Manijeh Verghese - lavoreranno con cinquanta tra studenti, laureati, accademici e professionisti emergenti provenienti da tutto il mondo e selezionati da Lokko attraverso un processo di open call. Alla chiusura del bando, il 17 febbraio, sono pervenute 986 candidature. Ángel Borrego Cubero girerà un documentario dedicato all’esperienza formativa, che verrà pubblicato nel mese di ottobre di quest’anno. Nel mese di luglio si unirà al College un gruppo internazionale di critici. Il programma di The Laboratory of the Future è arricchito dal Carnival, un ciclo di incontri, conferenze, tavole rotonde, film e performance durante i sei mesi di mostra, volti a esplorare i temi della Biennale. Contano anche i numeri: 64 partecipazioni nazionali organizzeranno le proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini (27), all’Arsenale (22) e nel centro storico di Venezia (14). Il Niger partecipa per la prima volta, Panama si presenta per la prima volta da solo, nel passato partecipava come I.I.L.A. (organizzazione internazionale italo-latino americana). Torna la Santa Sede con un proprio Padiglione sull’Isola di San Giorgio Maggiore (aveva partecipato per la prima volta alla Biennale Architettura nel 2018). Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla direzione generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura, è curato dal collettivo Fosbury Architecture formato da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino, Claudia Mainardi. Il titolo della mostra è SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri. Sono 9 gli Eventi Collaterali ammessi dalla curatrice e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro, organizzati in numerose sedi della città e con un'ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra. La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum, London, presentano per il settimo anno consecutivo il progetto speciale al Padiglione delle Arti Applicate (Arsenale, Sale d’Armi) dal titolo "Modernismo tropicale: Architettura e Potere in Africa occidentale", a cura di Christopher Turner insieme a Nana Biamah-Ofosu e Bushra Mohamed. 

Copertina:  Lesley Lokko e Roberto Cicutto

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Biografia di Lesley Lokko (Ghana/Scotland) 

E' architetta, docente di architettura e scrittrice. Nel 2020 fonda ad Accra, in Ghana, l'African Futures Institute, scuola di specializzazione in architettura, centro di ricerca e piattaforma di eventi pubblici, che tuttora dirige. Nel 2015 aveva fondato la Graduate School of Architecture all’University of Johannesburg. Ha insegnato nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Europa, in Australia e in Africa (Bartlett School of Architecture; Kingston University e London Metropolitan University a Londra; Iowa State University, University of Illinois a Chicago negli Stati Uniti; University of Johannesburg e University of Cape Town, in Sudafrica; UTS a Sydney, Australia). Ha ricevuto numerosi premi per il suo contributo all’insegnamento dell’architettura, tra cui si ricordano: RIBA Annie Spink Award for Excellence in Education 2020; AR Ada Louise Huxtable Prize for Contributions to Architecture 2021. Nel 2019 è stata nominata Preside della Bernard and Anne Spitzer School of Architecture di New York, da cui si è dimessa nel 2020 per dedicarsi all’African Futures Institute nel suo paese, il Ghana. Il suo lavoro trentennale nel campo dell’architettura e della letteratura si focalizza sulla relazione tra "razza", cultura e spazio. Nel 2004 pubblica il suo primo romanzo, Sundowners (Orion) (traduz. italiano Il mondo ai miei piedi, Mondadori 2004), cui seguono altri 11 titoli. Il suo ultimo romanzo, The Lonely Hour, uscirà nel 2024 con Pan Macmillan editore. Ha fondato e dirige FOLIO: Journal of Contemporary African Architecture. È autrice di White Papers, Black Marks: Race, Space and Architecture (Minneapolis, University of Minnesota Press, 2000). Ha un PhD in Architecture alla University of London e un BSc (Arch) and MArch alla Bartlett School of Architecture, UCL (University College London). È attualmente membro fondatore del Council on Urban Initiatives, insieme a LSE Cities, UN Habitat e UCL Institut for Innovation and Public Purpose. È Guest Editor della serie UCL Press e Visiting Professor alla Bartlett School of Architecture, UCL; Visiting Professor alla University College di Dublino. Nel 2022 è stata nominata Honorary Fellow della Royal Incorporation of Architects in Scozia (RIAS). È stata membro della Giuria Internazionale della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia n. 17.