Prosecco Rosé Doc Albino Armani: successo friulano

Un Prosecco Rosé DOC millesimato (2020), extra dry, fermentato naturalmente con oltre 60 giorni di sosta sui lieviti, l’unione perfetta dello slancio fruttato della Glera e la struttura decisa conferita dal 10% di Pinot nero, perlage fine, complessità aromatica, grande freschezza e persistenza: sono queste le principali caratteristiche che sono valse al nuovo prodotto firmato Albino Armani-Viticoltori dal 1607 una lunga serie di riconoscimenti internazionali, a partire dal primo posto al concorso Prosecco Trophy 2021 di Falstaff (92 pt) e dalla medaglia d’argento al Concours Mondial de Bruxelles 2021. 
Risultati che si traducono in un successo tutto friulano, o meglio della Alta Grave Friulana, a conferma delle grandissime potenzialità, poche volte realmente comprese, di un territorio naturalmente vocato alla produzione vitivinicola in generale e alla spumantistica in particolare. Nello specifico, le uve di questo Prosecco Rosé, certificate SQNPI, sono prodotte tra Sequals e Lestans, sotto l’"antico sguardo" delle Alpi Carniche dove si respira un clima pedemontano con forti venti e sbalzi termici, nell’altipiano disegnato dal corso dei fiumi Meduna e Tagliamento. Suoli notoriamente pietrosi - con i "claps", i tipici sassi bianchi nel dialetto locale, in prima linea -, ghiaiosi e calcarei, estremamente drenanti. Ci troviamo, più precisamente, nel paesaggio dei Magredi: la vite, qui, deve fare i conti da sempre con un contesto a tratti aspro, che concede rese naturalmente contenute ma dalla qualità molto elevata. Qui prendono vita vini dall’inconfondibile tipicità, piacevolmente freschi, sapidi, eleganti e minerali.


Una passione quella per il territorio friulano che è nel cuore e nelle ambizioni di Armani sin dagli albori della sua carriera. Passione che si trasforma dapprima in una sfida, e poi in una scommessa vinta. "La mia avventura in Friuli è iniziata ormai trent’anni fa - racconta Albino -. E' stato importante approcciarsi alla cultura e alla gente friulane con umiltà e fare mia nel tempo la complessità di questo territorio che amo sin da ragazzo. Una terra in cui non esiste omogeneità, tutt’altro: è un vero e proprio caleidoscopio di anime e di interpretazioni, dove convivono infinite diversità enologiche, morfologiche e climatiche. Ed è soprattutto nella Grave friulana (con le sue differenze pedologiche e i suoi climi estremi) che vedo da sempre un enorme potenziale, ancora oggi a mio avviso inespresso, nella produzione di spumanti da uve locali. In riferimento alle varietà più note legate all’areale, e parliamo soprattutto di Prosecco e Ribolla gialla, sono convinto che la conformazione dei suoli e il microclima della Alta Grave offrano una combinazione unica per la produzione di spumanti dall’elegante ed inconfondibile profilo enologico, che molto presto verrà riconosciuto a livello internazionale". Albino tramanda la storia di una famiglia da generazioni legata al mondo del vino con la stessa passione di chi lo ha preceduto. La capacità di fare, che resta nel tempo, è l’eredità più grande che abbia ricevuto e che trasmette quotidianamente a chi lo affianca nella meravigliosa avventura del vino. Il forte senso di appartenenza al territorio del Triveneto, nel quale opera continuando a investire, si è declinato in progetti ambiziosi: dalla salvaguardia dei vitigni autoctoni in via di estinzione allo sviluppo di piani di miglioramento per la sostenibilità  ambientale e sociale, alla ricerca in ambito viticolo ed enologico. Dal 2016 è alla guida del Consorzio del Pinot Grigio doc delle Venezie.

www.albinoarmani.com