"Un inferno comodo" di Eugenio Ampudia |
In particolare, l’opera di Ampudia mette in discussione l’efficacia degli spazi conferiti alla cultura mirando a far esplodere l’analisi e l’esperienza dello spettatore in qualità di agente interprete, attivo e gestore di nuovi significati dell’opera d’arte.
Eugenio Ampudia |
Il salone infestato |
Le ultime due sale compongono il "Salone in cui dormire", che presenta la serie completa di video che l’artista realizza dal 2008 a partire dal semplice gesto di trascorrere la notte in uno spazio rappresentativo dell’arte e della cultura, sempre a patto che apporti connotazioni politiche diverse in ogni singolo caso. Dietro l’apparente banalità di questo intervento si cela una posizione di resistenza nei confronti di determinate politiche culturali e la distanza a cui hanno relegato il pubblico rispetto all’opera d’arte. Un lavoro che ci propone una riformulazione del nostro abitare in un atteggiamento che, nella sua semplicità e reiterazione in diversi contesti, restituisce lo sguardo alla modalità in cui l’individuo entra in contatto con lo spazio pubblico. Ampudia mira inoltre a trasformare lo spazio artistico in un luogo più prossimo, un luogo dell’arte vicino a tutti e che ci faccia sentire come a casa. Finora ha dormito nel Museo del Prado sotto il dipinto Le fucilazioni del 3 maggio di Goya, nell’Alhambra di Granada, alla feria di ARCO Madrid, nella Biblioteca del Palacio Nacional da Ajuda di Lisbona, nel Palacio de la Música di Barcellona, nel Museo Anahuacali di Diego Rivera a Città del Messico nonché nello stesso Tempietto di Bramante, un’altra delle opere realizzate per questa mostra. Dall’altro lato, nell’installazione che dà il titolo a tutto il progetto, "Un inferno comodo", Ampudia trasforma il Tempietto di Bramante in un "chill-out" o un luogo di riposo per i turisti, con dei cuscini a forma di fiamme affinché i visitatori possano riposarsi all’inquietante suono del crepitio del fuoco.
L’artista gioca con un’allusione all’inferno, da un lato parlando della de-sacralizzazione simbolica di quello spazio, dall’altro additando l’inferno turistico e strizzando ironicamente l’occhio al cambiamento climatico. Infine, offre una rilettura del tradizionale concetto di patrimonio attraverso un palinsesto di correnti artistiche e periodi storici che propone al visitatore un’esperienza diversa da quella abituale di fronte a un monumento così iconico come il Tempietto. L’esposizione prende, dunque, la Real Academia de España en Roma come epicentro di un ampio progetto che, nel corso di un anno, vedrà la collaborazione di altre istituzioni della città di Roma che fungeranno da satellite: tra queste la Fondazione Baruchello, nella cui sede Ampudia ha realizzato una installazione, l’associazione Tevereterno, con la quale l’artista realizzerà un’operazione nel fiume Tevere e l’Ambasciata di Spagna a Roma, che offrirà la propria facciata alla creatività di Ampudia, oltre a musei del calibro del MAXXI e della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, che saranno sedi di presentazioni e conferenze. Ampudia (Melgar, Valladolid, Spagna. 1958) ha esposto le sue opere a livello internazionale in luoghi come ZKM, Karlsruhe (Germania), Jordan National Gallery of Fine Arts (Amman, Giordania), Museo Carrillo Gil (Città del Messico), Centro de las Artes di Monterrey e Museo de Arte Contemporáneo di Oaxaca (Messico), NC-Arte di Bogotá (Colombia), Matadero Madrid (Spagna), MAC Museo Gas Natural Fenosa, La Coruña (Spagna), Boston Center for the Arts, Boston (Stati Uniti), Ayala Museum, Manila (Filippine),e alle Biennali come quella di Singapore, l’Avana e la Bienal del Fin del Mundo in Argentina. La sua opera si trova, tra le altre, nelle collezioni del MNCARS (Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía) di Madrid, MUSAC, Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León a León, ARTIUM (Centro-Museo Vasco de Arte Contemporáneo) di Vitoria-Gasteiz, IVAM (Instituto Valenciano de Arte Moderno) di Valencia e La Caixa.
www.eugenioampudia.net