"Gotthardbahn", Castello di Sasso Corbaro. Bellinzona

La tratta ferroviaria del Gottardo in una foto d'epoca

Sino al al 7 gennaio 2018 gli spazi espositivi del Castello di Sasso Corbaro, Patrimonio Unesco, ospitano la mostra "Gotthardbahn-Linea di montagna che sorpresa!". Con questa esposizione l'OTR Bellinzonese e Alto Ticino vuole ribadire la grande importanza del mantenimento della linea di montagna per la Regione, grazie anche al suo notevole valore storico-culturale. Il percorso della mostra curata da Kilian Elsasser, direttore di Museumsfabrik, intende raccontare il lungo viaggio della Linea di montagna del Gottardo attraverso foto, testimonianze, filmati, audio e un modellino che permetteranno al visitatore di scoprire questa tratta ferroviaria che nasconde ancora oggi numerose e preziose perle non solo paesaggistiche. La fortezza Quattrocentesca vicina a Bellinzona, in Svizzera, è la sede ideale per rivivere questa storia affascinante.
La mostra bilingue (italiano-tedesco) vuole valorizzare la storica Linea del Gottardo con uno sguardo al passato e un occhio al futuro, in particolar modo per quel che concerne lo sviluppo economico e sociale del territorio. 
Le innumerevoli attrazioni paesaggistiche e monumentali della zona conferiscono a questa regione un valore storico-culturale notevole. Sia nella storia sia negli anni più recenti, numerosi viaggiatori, tra i quali anche Goethe, hanno saputo apprezzare gli scorci che le valli offrono alla vista lungo il percorso. La tratta del Gottardo propone una vasta scelta di attrazioni come, ad esempio, Giornico con le sue sette chiese, testimonianza dell’epoca romanica, con i musei, il paesaggio naturalistico unico che si presenta sul culmine del Passo fino ad arrivare a Göschenen. La mostra introduce all'incontro con altre, nuove, attrazioni: il Mondo delle Esperienze Ferroviarie San Gottardo a Biasca e l'esperienza dello spazio a Schöllenen, che sono in fase di progettazione. Bisogna ricordare come durante la fine dell’Ottocento il viaggio sulla tratta del Gottardo era un "must" per pochi viaggiatori facoltosi e come questo viaggio meraviglioso oggi possa essere, invece, alla portata di tutti coloro che vogliono vivere questa esperienza. Nel corso del Novecento le valli si aprono ad un flusso turistico che permetterà ai visitatori di respirare aria più fresca e che porterà uno sviluppo economico importante.
Nella Sala 1 ("Il San Gottardo deve essere visitato") viene proiettato un filmato di un viaggio in treno passando dalla regione del Gottardo ed è esposto anche un modellino di una carrozza di lusso.
La terza sala della mostra al Castello di Sasso Corbaro
Nella seconda sala ("Dal castigo di Dio all’avventura romantica del passaggio del Gottardo") sei persone raccontano il loro viaggio. Nel XII secolo il passaggio del Gottardo era considerato come una punizione di Dio, nel XVIII secolo un antenata di Lady Diana narra di un'avventura emozionante mentre nel XX secolo il viaggio con la ferrovia è un qualcosa per tutti. Nella Sala 3 ("I turisti dell’automobile sviluppano economicamente la Leventina e Uri") un murales di foto ricorda come il Passo è diventato accessibile per tutti dopo la Seconda Guerra mondiale: per l'autostoppista, per i ragazzi in motorino, per le roulottes. Le immagini raccontano le avventure, gli ingorghi e gli incidenti. Le interviste televisive del 1980 testimoniano come il traffico era allora considerato una benedizione ma anche una maledizione. Infine l'ultima sala, la quarta, è un invito a scoprire la linea tra Biasca e Erstfeld e la sua una vasta offerta turistico-culturale ancora poco conosciuta. Gli sport invernali e estivi, così come le storie del traffico sul Gottardo, sono sempre in primo piano. Il Castello di Sasso Corbaro è aperto dalle 10 alle 18 fino a ottobre e dalle 10,30 alle 16 da novembre a gennaio. Prezzi d'entrata: 15 franchi svizzeri per gli adulti, 7,50 franchi svizzeri il biglietto ridotto e per studenti.
                                                                                                            
                                                                                                                      D.V.
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