Fausto Melotti. Nouveau Musée National de Monaco

Fausto Melotti. Archivi Domus
Il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM) presenta "Fausto Melotti", una mostra (9 luglio 2015 - 17 gennaio 2016) dedicata alla polimorfa e sfaccettata produzione di uno dei più importanti artisti italiani attivi tra le due guerre e nel secondo dopoguerra. Nel Principato sono esposte una ventina di sculture in metallo e più di settanta opere in ceramica.
Dopo la laurea in ingegneria elettrotecnica nel 1924, Melotti (Rovereto 1901- Milano 1986) prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Brera tra il 1928 e il 1929 sotto la direzione dello scultore Adolfo Wildt e di Lucio Fontana, con il quale, in seguito, stringerà un forte legame di amicizia. La ricerca dei curatori della mostra inizia dall’osservazione del rapporto cruciale tra Melotti e la rivista "Domus", fondata nel 1928 da Gio Ponti. Partendo da questo legame, l'esposizione si concentra in particolare sulle opere le cui fotografie sono state pubblicate proprio su "Domus" tra il 1948 e il 1968 a illustrazione di articoli dedicati all’artista o di scritti firmati dallo stesso Melotti.

"Domus" sembra aver avuto un ruolo rilevante nella carriera di Melotti, quasi da spettatore attento e sensibile ai cambiamenti che avvenivano nel suo studio in Via Leopardi 26 a Milano, luogo dove spesso Gio Ponti si recava con la figlia Lisa. I momenti chiave di questo percorso sono percepibili con chiarezza nella successione degli articoli su e di Melotti pubblicati dal 1948 in poi.

Va sottolineato come la prospettiva critica sviluppata dalla rivista si basa sull’idea di una continuità poetica nel lavoro di Melotti, confermata dalla presenza in ogni articolo di immagini di lavori appartenenti a periodi differenti. Per questo la mostra non segue un andamento cronologico nel suo percorso.

Gli articoli valorizzano, inoltre, il lavoro di Melotti come decoratore - nelle collaborazioni con Ponti e altri architetti - e la sua produzione di sculture in ceramica degli anni Quaranta e Cinquanta (basti pensare ai celebri Teatrini e alle placche in ceramica) fino alle più recenti sculture in metallo degli anni Sessanta. Opere che sempre enfatizzano una linea di continuità con la ricerca astratta degli esordi.

Nel luglio 1962 "Domus" pubblica un articolo di Melotti nel quale, con il suo linguaggio poetico, l’artista alludeva all’apparente silenzio seguito al breve ma decisivo periodo astratto della metà degli anni Trenta: “Ci accostiamo e ritorniamo, in questo, fra i tanti intermezzi (atti di vita?), all’orfico, mediterraneo, imeneo della geometria con la poesia”. Quasi un anno dopo compare un altro testo di Melotti considerato uno dei suoi scritti programmatici: "L’Incertezza", un esauriente manifesto della poetica del maestro che conferma l’originalità del suo lavoro nel contesto dell’arte astratta e, più in generale, dei suoi contemporanei.

Insieme a "Domus", Ugo Mulas - presente a Monte Carlo con una serie di foto di opere di Melotti - gioca un ruolo cruciale all’interno dell’esposizione, perfettamente descritto dal critico ed editore Vanni Schweiwiller, che a proposito del rapporto tra Mulas e Melotti osserva: “Melotti si legò molto a Mulas, che era il suo fotografo… E la passione e l’eccellenza di un grande fotografo come Mulas contribuirono in maniera significativa alla riscoperta, anche se tardiva, di Melotti”.

La rassegna, curata da Eva Fabbris e Cristiano Raimondi, si svolge In collaborazione con la Fondazione Fausto Melotti e con la partecipazione di Domus Magazine e Archivio Ugo Mulas. Exhibition design: Baukuh e Valter Scelsi. 

                                   

a cura di Elena Vaninetti