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24 giugno 2025
La Fondazione Arnaldo Pomodoro ricorda il Maestro
Come ricordare Arnaldo Pomodoro, spentosi domenica 22 giugno 2025 nella sua casa milanese all’età di 99 anni? Tra le testimonianze più complete e accorate non può non risaltare quella di Carlotta Montebello, direttore generale della fondazione che porta il nome del Maestro e che è nata proprio per valorizzare l'immenso perimetro della sua ricerca. "Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Ci lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa", scrive Montebello. "Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum. L’artista è parte di un tessuto di cultura, il suo contributo attivo non può venire mai meno ed è per questo che ho concepito la mia Fondazione come un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale, oltre che come centro di documentazione della mia opera, capace di fare proposte originali e non solo di conservare passivamente. Ma il meglio deve ancora venire: questo è stato solo un inizio e nelle mie intenzioni il progetto - rivolto ai giovani e al futuro - si deve radicare, fare della continuità un elemento ineludibile…" La Fondazione, nata da questa visione e forte della direzione tracciata da Arnaldo Pomodoro nel corso di trent’anni, continuerà ad operare secondo la volontà del fondatore, garantendo la conservazione e la valorizzazione della sua opera, impegnandosi a diffondere il proprio patrimonio materiale e immateriale attraverso la realizzazione di mostre, eventi e iniziative in uno spazio inventivo, quasi sperimentale, di studio e confronto sui temi dell’arte e della scultura, che mira a un coinvolgimento, profondo e globale, con le persone e la società. "Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti". La Collezione "custodita" dalla Fondazione mette in pratica gli intenti dello scultore: "L’ideale per me è ambientare le opere tra la gente, le case, il verde, le vie di tutti i giorni, in un confronto con il tessuto urbano e con il paesaggio. La scultura è una presa di un proprio spazio entro lo spazio maggiore dove si vive e ci si muove. Ha senso quando trasforma il luogo in cui è posta, senza alcuna monumentalità celebrativa, ed è come una creatura vivente, che muta nel volgere della luce e delle ombre, ma anche nell’incontro con le persone, creando un inconsueto dialogo tra opera e fruitore. Si supera così il limite di un’arte chiusa nei musei e nelle collezioni private, e l’opera diventa un patrimonio di tutti e acquista una valenza testimoniale del proprio tempo: riesce a improntare di sé un contesto e lo arricchisce di ulteriori stratificazioni di memoria", spiegava e si auspicava l'artista. Nata con un nucleo di ventotto opere da lui donate all’atto di costituzione della Fondazione, la Collezione ne comprende oggi più di duecento tra sculture e disegni, realizzate dal 1955 ad oggi e selezionate dallo stesso scultore per documentare le tappe fondamentali della sua ricerca artistica. La "raccolta" comprende, inoltre, circa novanta opere di altri artisti, donate dagli stessi o da collezionisti privati che hanno voluto così sostenere la Fondazione. La Collezione della Fondazione non ha una sede espositiva permanente: nell’ottica di valorizzarla e permettere al pubblico di scoprirla, la Fondazione attiva prestiti per mostre temporanee e comodati di lunga durata con enti e istituzioni pubbliche e private. (fonte: Fondazione Arnaldo Pomodoro).