27 giugno 2025

A Milena Canonero il Vision Award di Locarno 2025

Da Arancia meccanica (1971) a Megalopolis (2024), Milena Canonero è la creatrice di alcuni dei look più famosi e ricercati del cinema. E a Locarno78 - nella serata del 10 agosto 2025 - riceverà il Vision Award. Ammirata per le sue collaborazioni con registi come Stanley Kubrick, Hugh Hudson, Wes Anderson, Sofia Coppola, Warren Beatty e molti altri, Canonero riceverà il premio la sera del 10 agosto 2025. L'artista dei tessuti di fama mondiale sarà al centro della rassegna cinematografica svizzera anche perché il pubblico avrà l'opportunità di vedere Megalopolis (2024), la sua recente, straordinaria, collaborazione con Francis Ford Coppola. Il Vision Award è reso possibile grazie al sostegno di Ticinomoda e segnala quelle personalità che con il loro lavoro creativo hanno contribuito a plasmare l' immaginario cinematografico.
Da Locarno si sottolinea: "Fin dal suo debutto in Arancia Meccanica (1971) di Stanley Kubrick, la designer italiana ha realizzato alcuni tra i costumi più visionari della storia del cinema, dando forma all’immaginario collettivo attraverso colori e tagli originalissimi che hanno saputo trasformare ogni personaggio in una presenza indelebile. Basti pensare agli smoking e gli abiti lunghi dell’età del jazz in Cotton Club (1984) di Francis Ford Coppola, ai merletti aristocratici in Marie Antoinette (2016) di Sofia Coppola, agli elaborati abiti klimtiani di Tilda Swinton in Grand Budapest Hotel (2014) di Wes Anderson o al look elegante di Catherine Deneuve e di David Bowie nell’horror Miriam si sveglia a mezzanotte (1983) di Tony Scott. O ancora al coloratissimo Dick Tracy (1990) di Warren Beatty, agli indimenticabili costumi de La mia Africa (1986) di Sidney Pollack, ai cowboy dei Fratelli Sisters (2018) di Jacques Audiard, agli abiti iconici di Shining (1980) di Kubrick… Così come alla sua recente reinterpretazione in chiave postmoderna dello stile antico romano in Megalopolis (2024) di Francis Ford Coppola e alla sua sesta collaborazione con Wes Anderson sul set della spy-story La trama fenicia (2025), ambientata negli anni Cinquanta. Per ciascuno di questi titoli, chiunque saprebbe indicare un costume preferito firmato Canonero, a dimostrazione di quanto la sua eredità sia profondamente intrecciata con la storia della Settima Arte".
  
Grazie ai suoi capolavori, l'artista italiana ha collezionato quattro Oscar ai migliori costumi - con Barry Lyndon (1975) di Stanley Kubrick, Momenti di gloria (1981) di Hugh Hudson, Marie Antoinette di Sofia Coppola e Grand Budapest Hotel di Wes Anderson -, nonché tre BAFTA, tre Guild Awards, l’Orso d'Oro onorario alla Berlinale e numerosi altri riconoscimenti. Oltre al ruolo di costumista, i suoi interessi e il suo talento la vedono nel ruolo di set designer in Inserzione pericolosa (1992) di Barbet Schroeder e nell’Amadeus (1999) di Roman Polanski, andato in scena a teatro. Ha inoltre diretto corti e spot pubblicitari. Anche in ambito operistico vanta collaborazioni con, fra gli altri, il Metropolitan di New York, il Teatro dell’opera di Vienna, La Scala e l’Opéra Garnier di Parigi. È stata associate producer di Good Morning Babilonia (1987) dei fratelli Taviani e ha prodotto due film insieme a Elda Ferri: Un giorno questo dolore ti sarà utile (2011) e Hill of Vision (2022), l’incredibile storia del premio Nobel Mario Capecchi. Ma è la sua tripla collaborazione con Stanley Kubrick ad averla consacrata definitivamente come l’artista che oggi tutti conoscono. Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival osserva: "Lei è un gigante del cinema e dell’arte contemporanea. Come un’artista rinascimentale, ha unito la profonda sapienza dell’artigianato alle possibilità del cinema, spalancando così spazi infiniti per l’immaginazione e l’espressione umana. Il lavoro svolto da Milena Canonero, a partire dai costumi di Arancia meccanica, è diventato parte integrante dell’orizzonte delle possibilità espressive dell’arte costumistica e non solo, rimodellando tutto il pensiero del cinema. L’impatto universale e duraturo della sua arte è la testimonianza di un genio inquieto e gioioso, profondamente italiano, ancorato alle sue tradizioni artistiche, che diventa patrimonio dell’umanità".

Copertina - Foto © Roberto Granata

Qui sopra - L'omaggio della Berlinale all'artista dei costumi (ph. Berlinale)